Il metodo mafioso all’apice della pirlamide occidentale
BIDEN SI OPPONE ALL’INGIUNZIONE PER CENSURA E MINACCE
L’intera amministrazione Biden nonostante prove che dimostrino la loro operazione di censura, fa appello e si difende reinventando il significato delle parole.
1) LA CAUSA CONTRO L’AMMINISTRAZIONE BIDEN
Biden assieme alla sua amministrazione è stato portato in tribunale da due giudici federali ed è stato accusato di aver violato il primo emendamento nei confronti di coloro che si sono opposti alla farsa pandemica. Nel testo della causa (https://storage.courtlistener.com/recap/gov.uscourts.lawd.189520/gov.uscourts.lawd.189520.268.0.pdf) viene spiegato che oltre alla collusione con le piattaforme di social media per censurare il dissenso, l’amministrazione abbia creato una “disinformation governance board (https://www.dhs.gov/publication/disinformation-governance-board)”, un vero e proprio ministero della verità, e di aver utilizzato la retorica della disinformazione per censurare delle informazioni vere (https://censortrack.org/protecting-president-big-tech-censors-biden-criticism-646-times-over-two-years.)riguardanti il laptop di Hunter Biden. Dapprima si sono limitati a minacciare (https://www.wsj.com/articles/save-the-constitution-from-big-tech-11610387105) le compagnie di creare leggi avverse ai social media nel caso si fossero rifiutate di censurare, poi gli ufficiali della casa bianca sono intervenuti nella censura (1 (https://t.me/dereinzigeitalia/682), 2 (https://t.me/dereinzigeitalia/602), 3 (https://t.me/dereinzigeitalia/620)), soprattutto attraverso la figura di Psaki (1 (https://www.whitehouse.gov/briefing-room/press-briefings/2022/04/25/press-briefing-by-press-secretary-jen-psaki-april-25-2022/.), 2 (https://www.whitehouse.gov/briefing-room/press-briefings/2021/07/16/press-briefing-by-press-secretary-jen-psaki-july-16-2021/), 3 (https://www.cnn.com/2021/08/18/tech/facebook-disinformation-dozen/index.html), 4 (https://www.whitehouse.gov/briefing-room/press-briefings/2022/02/01/press-briefing-by-press-secretary-jen-psaki-february-1-2022/.)). Anche l’FBI è stata coinvolta nella censura, perché ha definito le informazioni sul laptop di Hunter Biden (https://www.wptv.com/news/national/fbi-responds-to-mark-zuckerberg-claims-on-joe-rogan-show-about-hunter-bidens-laptop) “propaganda russa”, Facebook ha attivamente monitorato anche i messaggi delle chat private (https://nypost.com/2022/09/25/facebook-silencing-activity-related-to-fbi-whistleblower-steve-friend/) dove si esprimevano critiche nei confronti dell’FBI, dopo che un agente ha riportato un bias politico dell’FBI stessa in favore dei democratici.
2) L’INGIUNZIONE NEI CONFRONTI DELL’AMMINISTRAZIONE BIDEN
In seguito a questa causa l’amministrazione Biden è stata colpita con un’ingiunzione preliminare (https://storage.courtlistener.com/recap/gov.uscourts.lawd.189520/gov.uscourts.lawd.189520.294.0_2.pdf) che vieta ai membri di quest’ultima di entrare in contatto con le compagnie dei social media per interferire con la loro moderazione dei contenuti, non potendo in alcun modo suggerire quali contenuti rimuovere o mettere in shadow ban, e nemmeno suggerire modifiche alle linee guida da adottare nei social network, o chiedere report sulla censura. Le uniche eccezioni per le quali è consentito di contattare le compagnie dei social media sono per prevenire cyber attacchi e minacce alla soppressione del voto.
3) L’APPELLO DELL’AMMINISTRAZIONE BIDEN
La difesa dell’amministrazione (https://arstechnica.com/tech-policy/2023/08/biden-administration-we-never-coerced-big-tech-into-suppressing-speech/) è che nella causa non vengono indicate delle azioni specifiche che l’amministrazione avrebbe compiuto per meritare un’ingiunzione, e che non hanno forzato in alcun modo le piattaforme dei social media a censurare, perché non vengono indicate nel dettaglio nella causa quali ripercussioni vi sarebbero state dalla mancanza di censura. Sostengono anche che l’ingiunzione violerebbe la libertà di espressione del governo perché Biden è libero di dire che la controinformazione uccide le persone e non ci si può basare su dichiarazioni pubbliche per sostenere che le piattaforme dei social media sono state costrette a censurare. La tecnica di disinformazione di Volkoff (https://t.me/dereinzigeitalia/339) qui applicata è il rovesciamento dei fatti per far apparire l’amministrazione come la parte censurata, inoltre la negazione delle minacce è del tutto ridicola, perché è stata stabilita la ritorsione in caso di disobbedienza: una legislazione più severa. L’amministrazione Biden vorrebbe che gli venisse rimossa l’ingiunzione perché con essa non potrà censurare la controinformazione (https://iowacapitaldispatch.com/2023/08/12/appeals-court-weighs-limits-on-biden-administration-contact-with-social-media-platforms/) in una successiva emergenza (https://missouriindependent.com/2023/08/10/appeals-court-weighs-limits-on-biden-administration-contact-with-social-media-platforms/).
Il New York post sostiene (https://nypost.com/2023/08/13/biden-censors-battered-expect-an-epic-supreme-court-showdown/) che l’appello dell’amministrazione Biden è molto probabile che verrà respinto, l’ingiunzione sarà mantenuta, e la questione andrà a finire alla corte suprema.
CONCLUSIONI
La censura in neolingua viene rinominata “moderazione dei contenuti”, e c’è un tentativo di ridefinire il termine “coercizione”, questo è un esempio di come il sistema quando non può modificare la realtà, tenta di tutto per fotterci attraverso il linguaggio, che è uno dei fronti principali dove si sta svolgendo questa guerra contro l’umanità. Si può anche ritenere che a prescindere dalla decisione dei giudici, l’amministrazione Biden troverà modo di contattare i social media, e se non lo faranno loro direttamente, ci penseranno i loro padroni.