SUGGERIMENTO SU COME RISPONDERE ALLA BANCA CHE CHIEDE L’ORIGINE DEI FONDI
Quando una banca scrive chiedendo l’origine dei vosrtri fondi, la risposta tecnica precisa che suggeriamo potrebbe essere questa:
A: <Una banca saggia>
Oggetto: La necessità di informazioni per tracciare la fonte dei fondi all’origine.
Data: <Data corrente>
Caro Dipartimento di Contabilità della Banca,
Per rispondere pienamente alla domanda “Da dove provengono i fondi?” dobbiamo analizzare il meccanismo contabile dell’origine della moneta scritturale (“passività” irredimibili) creata dalle banche/istituzioni finanziarie. [1]
Per farla breve, dobbiamo tenere presente alcuni fatti:
R – Tutta la “moneta” nelle banche è moneta scritturale creata endogenamente dalle stesse istituzioni bancarie (la vera origine dei fondi);
B – A causa di un malinteso delle norme contabili internazionali (vedi “IAS/IFRS 7.6”, “GAAP ASC 942-230-20” e “SWISS GAAP FER 4” che definiscono i conti bancari come “contanti”), non vediamo l’origine e il totale dei denaro creato da un singolo istituto finanziario nel suo bilancio.
Il potere d’acquisto digitale, creato dalle banche [2] è denaro la cui creazione rappresenta di per sé un’azione fiscale contro il resto della società. Questa tassazione è nascosta al pubblico da alcune manomissioni contabili che, al momento dell’emissione, mascherano “l’appropriazione di capitale da parte dell’emittente”, bilanciandolo con passività inesigibili in bilancio. Dall’analisi dei flussi di cassa emerge che la creazione di moneta bancaria non viene registrata come afflusso di cassa nella contabilità della banca, contrariamente a quanto i regolamenti GAAP e IFRS-IAS prescrivono generalmente per la rendicontazione dei flussi di cassa.[3] In pratica, la banca considera un deflusso di cassa quando sposta il denaro sul sottoconto del cliente, senza tuttavia registrare la preventiva creazione o appropriazione del “deposito” ai sensi dell’art. 1834 del codice civile italiano.
In sostanza, la banca simula di “accreditarsi” – “self-dealing” con conseguenti flussi di cassa negativi [4] – senza una controparte reale o un sottostante preesistente. Infatti, quando un’impresa non bancaria registra flussi di cassa negativi, si dà per scontato che sia indebitata verso un’altra controparte e che ci sia un sottostante precedentemente di sua proprietà.
Lo scostamento dai principi contabili per la corretta tenuta del conto cassa dà luogo ad una serie di paradossi, che possono essere riassunti nella classica domanda “come fa una banca che può creare nuova moneta a rimanere senza soldi?”. Ancor più plateale, non è possibile dedurre la situazione di maggiore o minore solvibilità di una banca semplicemente analizzandone il bilancio, come si farebbe per qualunque altra azienda. L’inutilità di tenere libri contabili laddove non è rappresentata l’attività principale dell’impresa è dimostrata dal fatto che le stesse banche centrali semplicemente evitano di pubblicare il Rendiconto Finanziario perché ritenuto “inutile”.
Non vi sembra ora francamente ridicolo che la banca chieda ai CLIENTI la provenienza dei fondi?
Cordiali saluti,
Firmato: Il Cliente
<Data corrente>
Note:
1 – Un buon punto di partenza è il recente articolo del Prof. Biagio Bossone, consulente senior della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale: “Bank Seigniorage in a Monetary Production Economy” https://ideas.repec.org/p/pke/wpaper /pkwp2111.html
2 – Ad esempio, “potere d’acquisto digitale, creato dalle banche” in: Banca d’Inghilterra, Staff Working Paper n. 884, “Come fluisce il capitale internazionale?”, Michael Kumhof, Phurichai Rungcharoenkitkul e Andrej Sokol, agosto 2020, p. 2, qui: https://www.bankofengland.co.uk/-/media/boe/files/working-paper/2020/how-does-international-capital-flow.pdf
3 – Una prima applicazione della pratica corretta di registrare la creazione di nuova moneta come afflusso di capitale nel bilancio è mostrata nel rendiconto delle entrate e delle uscite dell’Agenzia finanziaria alleata del 1943 durante la creazione e la contabilizzazione delle nuove “AM-Lire” in Italia: https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=uc1.b3376786&view=1up&seq=44 Estratto da: “Le finanze della liberazione europea”, di Frank Southard, 1946, pagina 26.
4 – Prof. Asgeir B. Torfason, Contabilità dei flussi di cassa nelle banche – uno studio pratico, Università di Göteborg, aprile 2014 https://gupea.ub.gu.se/handle/2077/35272
Roberta
Gli usurai che chiedono conto ai vessati,sappiamo benissimo che i grandi capitali non sono sui conti correnti, continuano a prendere x i fondelli i solliti noti..ignari e spesso ignavi..qst e’ il vero problema
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