Primo articolo “ALLA RICERCA DELLA VERITÀ” di ABRAQ AD HABRA
ALLA RICERCA DELLA VERITÀ
ARTICOLO DI ABRAQ AD HABRA*
*Nome d’arte, in Aramaico, il cui significato è “Creo quello che dico”
(Immagine generata da Playground-v2.5 – Poe)
Nel 1991 apparve in Norvegia un romanzo, l’autore lo aveva scritto pensando che fosse riservato a un piccolo pubblico: “I lettori di filosofia”. Ma quattro anni dopo il romanzo diventò uno dei libri più letti al mondo, tradotto in sessantaquattro lingue e venduto in oltre quarantacinque milioni di copie.
Il libro di Jostein Gaarder si intitola il mondo di Sofia, romanzo sulla storia della Filosofia, che vi consiglio di leggere.
Il libro inizia così:
Sofia Amundsen stava tornando da scuola. Aveva percorso il primo tratto di strada insieme a Jorunn e avevano parlato di robot. Secondo Jorunn Il cervello degli esseri umani era paragonabile a un computer assai sofisticato: Sofia però non era molto d’accordo. Un uomo doveva essere qualcosa di più di una semplice macchina (…) poco più avanti il romanzo prosegue Sofia sbirciò nella cassetta delle lettere mentre apriva il cancelletto nel giardino. Quel giorno c’era solo una lettera con su scritto il suo nome e dentro un biglietto solo la scritta “ Chi sei tu?”.
Ora chi di noi non si è mai chiesto nella sua vita Chi sono ? Perché vivo? Perché soffro ? Perché muoio ? Ognuno di noi ha dentro di se, l’esigenza innata di tentare di capire il significato della vita , poiché siamo i soli esseri viventi ad avere la coscienza di esistere, il senso dell’individualità e la capacità di pensare e di porci delle domande, ne siamo così sicuri ?
Non è però semplice trovare la risposta a questi interrogativi, capire il segreto dell’esistenza. La conoscenza completa della realtà sembra preclusa. Si riesce solo ad afferrare qualche frammento di verità, che però poi sfugge lasciandoci più incerti e dubbiosi di prima, soli, con un profondo senso di infelicità. Ora ogni uomo porta in sé un certa quantità di ostacoli e limitazioni che sembrano impedire di capire e quindi di venire in contatto con la realtà, ma secondo diversi iniziati comparsi nella storia dell’uomo, abbiamo in noi il seme della spiritualità, nell’io profondo l’immagine di Dio.
Il mistero della vita non è un problema da risolvere, ma una realtà da sperimentare. Bisogna riconoscere che le nostre limitazioni sulla via della conoscenza sono date dal fatto che non siamo pienamente coscienti, siamo in divenire, che siamo ancora immersi nell’oscurità e nell’ignoranza, prigionieri di illusioni e di false identificazioni con aspetti relativi e limitati della realtà, ricordiamoci della caverna di Platone.
Non dobbiamo mai dimenticare che finché per conoscere la Verità e l’Assoluto useremo mezzi che appartengono al mondo del relativo, otterremo dei risultati relativi e parziali, anche in questo periodo storico il globalismo non otterrà la soluzione ai problemi, anzi ne creerà di nuovi per l’essere umano. Noi siamo prigionieri della forma materiale, consapevoli solo di un breve periodo di tempo, ignari della causa che ci ha prodotto, inconsci sulla meta verso cui andiamo, vediamo solo un frammento minimo della Vita Universale, che quindi preso separatamente e non nella sua totalità ci appare distorto dalle nostre erronee interpretazioni, ecco allora il metaverso spazio virtuale dove scambiare intrattenimento e strumenti di produttività e collaborazione.
Proviamo quindi a formare la capacità di visione totale, la facoltà di sintesi, andare sempre al di là del particolare e del relativo per scoprire l’universale e tentare di inquadrare sempre ogni fenomeno in un tutto più grande. Tutto questo è possibile, perché nella mente dell’uomo vi è la facoltà della sintesi, oltre quella dell’analisi. Si è pensato quindi di studiare ed esaminare lo strumento di cui ci serviamo per conoscere, la mente. Da qui una serie di studi, tempo e denaro a cui seguirono una serie di migliaia di brevetti sul controllo mentale di cui molti già operativi su scala globale. Ecco una piccola lista di brevetti per il controllo e la manipolazione mentale: produzione di voci nella testa, generatore di messaggi subliminali, sistemi per cambiare il comportamento di una persona, metodi e sistemi per alterare la coscienza. Analizzando il funzionamento della nostra mente si è scoperto possiede due maniere profondamente diverse di conoscere una cosa. La prima implica che si osservi la cosa ,di questa si dirà che si ferma al relativo, la seconda che si entri in essa, e di questa si dirà laddove è possibile che raggiunge l’assoluto. Questa facoltà dell’intelletto, questa conoscenza diretta è l’intuizione, che è insita in ogni uomo allo stato più o meno sviluppato. Questa facoltà già scoperta da ogni vero iniziato è il mezzo di conoscenza esatta che permette di entrare nel cuore della verità. Ora coloro che hanno sperimentato per mezzo dell’intuizione il significato dell’esistenza, hanno avuto la conoscenza diretta di ciò che c’è dietro alle apparenze fenomeniche, possano dire di sapere qual è il vero e reale scopo della vita . Ma soprattutto indicare la via per un mondo da costruire insieme dal basso. Il sentire che esiste un unità non soltanto in senso materiale, biologico ma anche nel senso profondo della coscienza e delle aspirazioni interiori dell’uomo. Ecco allora il tentativo della globalizzazione per il controllo del singolo per impedire tutto ciò e mantenere un potere sui popoli. Per dare un certo ordine e concretezza al filo delle riflessioni fatte: il metodo scientifico è quindi di per se stesso incompleto e insufficiente per poter prendere contatto con la realtà, richiede il complemento della metafisica. Lo sviluppo dell’intelletto, seppur necessario, va inteso solo come mezzo per arrivare allo sviluppo dell’intuizione. Come dice Jung l’intuizione è una delle quattro funzioni psicologiche fondamentali dell’uomo: sensazioni, sentimento, intelletto intuizione e la cosiddetta Globalizzazione altro non è che un attacco portato alle quattro funzioni psicologiche fondamentali dell’uomo, un attacco quindi all’uomo stesso per renderlo nuovamente schiavo. Come concludere, prendo a prestito uno dei capoversi dell’ultima pagina del romanzo il mondo di Sofia, citato all’inizio: ”Fu in quel momento che decisi di scriverti un libro di filosofia. Ero stato in una grande libreria, ma non avevo trovato niente che fosse adatto ai giovani. E’ come se fossimo seduti sulla punta dei peli sottili che formano la pelliccia del coniglio bianco.”
(restate collegati, continua…)