LA FINANZA: IL PONTE DEL DIAVOLO — secondo Bochaca
IL PONTE DEL DIAVOLO
Tratto da: “L’enigma capitalista”, di Joaquim Bochaca, 1976
È fondamentale avere un’idea ben chiara della funzione di collegamento svolta dalla Finanza.
Un esempio che illustra questa funzione in modo insuperabilmente grafico è fornito dal cosiddetto “esempio del ponte”, utilizzato da almeno cinque autori. Un ponte che, a causa delle cose strane e dannose che vi accadono, chiameremo il Ponte del Diavolo.1
Questo ponte unisce le due sponde di un fiume, che rappresentano la Produzione e il Consumo. Il ponte, ovviamente, è la Finanza, e il traffico che vi passa sopra è quello dei beni e dei servizi, cioè la ricchezza di una comunità. E diamo per scontato che in ogni sistema economico, a parte i bambini, gli anziani e i disabili, tutti vivono una doppia vita, cioè sono, allo stesso tempo, produttori e consumatori. Così un industriale produce, ad esempio, lingotti di acciaio e consuma cibo, vestiti, ecc. e un agricoltore produce cereali e consuma sementi, trattori, nonché i servizi dei rivenditori al dettaglio nel mercato centrale e, ovviamente, anche una parte dei propri cereali. Vale a dire che tutti lavorano dalla parte della Produzione e vivono dalla parte del Consumo.
Il ponte ha le seguenti caratteristiche:
a) È un artificio per consentire al traffico di attraversare la riva e nulla più.
b) È stato costruito ad esclusivo beneficio della comunità.
c) Al di fuori del servizio che rende, è privo di qualsiasi valore artistico; Non è altro che pietra, acciaio, cavi e impalcature.
d) È un’opera umana, non divina, e di conseguenza in essa possono essere apportate tutte le modifiche che il suo miglior utilizzo rende opportune, e, come dice Colbourne, “non va venerata né per il beneficio che reca né per il fatto che è stata una cosa straordinaria per i nostri nonni”.2
e) Appartiene alla comunità che ne ha bisogno e la impiega, e non al personale che si prende cura della manutenzione e della riscossione del pedaggio di transito.
f) Di conseguenza, spetta ai proprietari di detto ponte prendere tutte le decisioni che ritengono necessarie per il suo normale funzionamento e assumere il personale responsabile dell’esecuzione di tali decisioni; Questo personale, naturalmente, sarà retribuito dai proprietari del ponte e sarà responsabile nei loro confronti della sua gestione.
E ancora, vediamo le cose molto strane che accadono su questo diabolico ponte. Per fare questo confrontiamole, paragrafo per paragrafo, con le cose che dovevano accadere su un ponte ben gestito.
a) È una scienza il cui scopo è ottenere il potere politico. Attualmente non esiste un solo governo al mondo che non sia composto, essenzialmente o prevalentemente, da esponenti dell’Alta Finanza. Da questa affermazione non sono esclusi i governi dei paesi cosiddetti socialisti, come vedremo più avanti.
b) Esso (il ponte) è considerato come se, invece di essere stato costruito a beneficio della comunità, fosse stato costruito a beneficio di coloro che sono incaricati di riscuotere il pedaggio di transito, poiché il denaro è diventato un’altra merce, soggetta alle vicissitudini del business, invece di essere strumento di misurazione e scambio.
c) Per contribuire all’inganno collettivo, il ponte è stato circondato da una leggenda aurea, secondo la quale, per percorrerlo, gli utenti devono lasciarsi guidare dai consigli di maghi, esperti negli arcani dell’ermetismo bancario.
d) Anche quando il ponte è un’opera umana, viene trattato come se fosse una pura emanazione della volontà divina, così lontana dalla nostra capacità di comprensione, che invece di ampliare le sue dimensioni per accogliere il traffico, è proprio quest’ultimo che, a scapito dell’intera comunità, deve conformarsi alle dimensioni immutabili del ponte.
e) Il ponte NON appartiene alla comunità che ne ha bisogno e lo utilizza, ma gli strumenti finanziari, cioè le banche, sono soggetti privati, tra cui le cosiddette banche nazionali o centrali, come la Banque de France, la Banca d’Inghilterra, la Federal Reserve, ecc.
f) Di conseguenza, i dipendenti del ponte non sono nominati dai legittimi proprietari-utilizzatori, né sono pagati da questi, né, logicamente, sono responsabili della loro gestione nei loro confronti. Al contrario, ottengono immensi vantaggi personali e, allo stesso tempo, potere politico, a proprio vantaggio.
Più tardi vedremo che su quel Ponte del Diavolo accadono molte altre cose strane. Ma una cosa è evidente, e cioè che il ponte non funziona come dovrebbe; Ebbene, quando la cattiva amministrazione è la causa del malfunzionamento del traffico che diventa un vero e proprio tumulto, la cosa logica è ritenere responsabili della sua gestione i responsabili della sua manutenzione e, se opportuno, licenziarli. Ma nella realtà questo non avviene; al contrario, si fa credere che l’unico modo perché le cose vadano bene in futuro è quello di confermare i dipendenti del ponte nelle loro posizioni di privilegio. Qualsiasi dibattito sulla funzione economica della Distribuzione, cioè della Finanza, è un tabù per i nostri esperti di Economia. Così hanno decretato i buddha della finanza che pagano il loro misero stipendio.
Note:
1 “The Green Magicians”, di Thomas Porter.- “L’ABC del denaro”, di Felix J. Frazer.- “The New Economy” di Maurice Coulborne.- “Le Crédit Social et le Catholicisme”, di G.H. Lebesque.- “ Il paradosso del capitalismo”, di Richard R. Morrisson.
2 M. Coulborne: Ibid, op.