Dissolvere le illusioni: Vaccinazione in Italia (21 giugno 1899)

Dissolvere le illusioni

Vaccinazione in Italia (21 giugno 1899)

1
Charles Ruata, M. D., Professore di Igiene e di Materia Medica all’Università di Perugia, “Vaccinazione in Italia”, The New York Medical Journal, 22 luglio 1899, pp. 188-189

Al Direttore del New York Medical Journal:

SIGNORE: Nel suo discorso presidenziale all’American Medical Association, il Dott. Joseph M. Mathews ha avuto la bontà di chiamare pazzi, persone fuorviate coloro che non hanno la fortuna di essere tra i credenti nel potere preventivo della vaccinazione contro il vaiolo. Non sorprende sentire un simile linguaggio da parte dei fanatici; in effetti è molto comune vedere uomini ignoranti fare uso di simili espressioni volgari; ma mi sembra quasi incredibile che il presidente di un’associazione così potente come l’American Medical Association nel suo discorso si sia mostrato così entusiasta della sua fede da dimenticare quel rispetto che è dovuto ai suoi colleghi che non hanno la stessa fede cieca.

Può darsi che noi antivaccinazionisti siamo “pazzi” e “fuorviati”, ma ritengo che siamo molto più corretti nelle nostre espressioni, sebbene non crediamo, ma siamo abbastanza sicuri, che la vaccinazione sia uno degli errori più meravigliosi e più dannosi in cui la professione medica sia mai caduta. Posso assicurarti che se sono un pazzo, la mia follia è molto contagiosa, perché tutti i miei allievi per diversi anni sono diventati pazzi come me, così che diverse migliaia di medici in Italia soffrono ora dello stesso tipo di follia.

Una delle caratteristiche più evidenti della follia si mostra nelle illusioni e nelle allucinazioni che sono accettate come verità fondamentali. Ora, vediamo quali sono i fatti principali sulla vaccinazione e sul vaiolo in Italia:
L’Italia è uno dei paesi meglio vaccinati al mondo, se non il migliore di tutti, e possiamo dimostrarlo
matematicamente.
Tutti i nostri giovani, con poche eccezioni, all’età di vent’anni devono trascorrere tre anni nell’esercito, dove una norma prescrive che devono essere vaccinati direttamente. Le statistiche ufficiali del nostro esercito, pubblicate annualmente, dicono che dal 1885 al 1897 le reclute che non erano mai state vaccinate prima erano meno dell’1,5 percento, il numero più alto era il 2,1 percento nel 1893 e il più basso lo 0,9 percento nel 1892. Ciò significa nel modo più chiaro che la nostra nazione vent’anni prima del 1885 era ancora vaccinata nella proporzione del 98,5 percento. Ciononostante, le epidemie di vaiolo che abbiamo avuto sono state qualcosa di così spaventoso che nulla avrebbe potuto eguagliarle prima dell’invenzione della vaccinazione. Dire che durante l’anno 1887 abbiamo avuto 16.249 morti per vaiolo, 18.110 nell’anno 1888 e 13.413 nel 1889 (la nostra popolazione è di 30.000.000) è troppo poco per dare una pallida idea delle devastazioni prodotte dal vaiolo, poiché queste 18.110 morti nel 1888, ecc., non sono avvenute nelle regioni più istruite del nostro paese, ma solo nelle parti più ignoranti, dove la nostra popolazione vive esattamente come viveva un secolo fa – cioè, le parti montuose della Sardegna, della Sicilia, della Calabria, ecc. Tra il gran numero di piccole epidemie che hanno prodotto le 18.110 morti menzionate, noterò solo quanto segue: Badolato, con una popolazione di 3.800, ha avuto 1.200 casi di vaiolo; Guardavalle ha avuto 2.300 casi con una popolazione di 3.500; S. Caterina dello Jonio ha avuto 1.200 casi (popolazione 2.700); Capistrano ha avuto 450 casi (popolazione 2.500). Tutti questi villaggi sono in Calabria. In Sardegna il piccolo villaggio di Laerru ha avuto 150 casi di vaiolo in un mese (popolazione, 800); anche Perfugas in un mese ha avuto 541 casi (popolazione, 1.400); Ottana ha avuto 79 decessi per vaiolo (popolazione, 1.000), e i decessi sono stati 51 a Lei (popolazione, 414). In Sicilia sono stati registrati 440 decessi a Noto (popolazione 18.100), 200 a Ferla (popolazione 4.500), 570 a Sortino (popolazione 9.000), 135 a San Cono (popolazione 1.600) e 2.100 decessi a Vittoria (popolazione 2.600)! Puoi citare qualcosa di peggio prima dell’invenzione della vaccinazione? E la popolazione di questi villaggi è perfettamente vaccinata, come ho già dimostrato, non solo, ma ho ottenuto dalle autorità locali una dichiarazione che la vaccinazione è stata eseguita due volte all’anno nel modo più soddisfacente per molti anni passati. I vaccinazionisti non sono rimasti perplessi da questi fatti e con la massima certezza hanno affermato che questo enorme numero di decessi era dovuto alla mancanza di rivaccinazione. Fortunatamente, in Italia siamo in grado di dimostrare che la rivaccinazione non ha il minimo potere preventivo. Fornisco solo alcune cifre: durante i sedici anni 1882-’97 il nostro esercito ha avuto 1.273 casi di vaiolo, con 31 decessi; 692 casi, con 17 decessi, si sono verificati in soldati vaccinati con buoni risultati, e 581 casi, con 14 decessi, si sono verificati in soldati vaccinati con cattivi risultati. Ciò significa che su cento casi di vaiolo, cinquantaquattro erano in persone vaccinate con buoni risultati, e solo quarantasei in quelle vaccinate con cattivi risultati, e che il tasso di mortalità tra i vaccinati con buoni risultati era del 2,45 percento e solo del 2,40 percento in quelli vaccinati con scarsi risultati.

I vaccinatori affermano che quando la vaccinazione non “fa effetto” l’operazione deve essere ripetuta, perché nessun risultato significa nessuna protezione. Ora, vediamo che i soldati non protetti perché la vaccinazione non “fa effetto” erano meno attaccati dal vaiolo rispetto a quelli debitamente protetti dal buon risultato della loro rivaccinazione; e che il tasso di mortalità in quelli vaccinati con buoni risultati era maggiore rispetto a quelli in cui la vaccinazione non “fa effetto”.

I nostri vaccinatori non persero il loro straordinario coraggio di fronte a questi fatti e obiettarono che potevano essere spiegati considerando che durante gli anni precedenti al 1890 la vaccinazione non era stata eseguita bene. Non riesco a capire questa obiezione, ma l’ho accettata e ho limitato la mia analisi agli ultimi sei anni, durante i quali l’unica linfa utilizzata in tutto il nostro esercito è stata la linfa animale, fornita esclusivamente dall’istituto governativo per la produzione di linfa animale. I risultati sono i seguenti: il numero totale dei nostri soldati durante questi cinque anni è stato di 1.234.025, di cui 783.605 sono stati vaccinati con buoni risultati e 450.420 senza risultati. Nei primi casi di vaiolo sono stati 153, cioè 1,95 ogni 10.000 soldati, mentre negli altri il numero di casi è stato solo di 45, cioè 0,99 casi ogni 10.000 soldati. I soldati “debitamente protetti” sono stati attaccati dal vaiolo in una proporzione doppia rispetto ai soldati “non protetti”. Come vedete, queste sono dichiarazioni ufficiali, estremamente affidabili, perché le statistiche ufficiali sono state fatte in un paese dove e in un momento in cui nessuno pensava che fosse possibile sollevare un dubbio contro il dogma della vaccinazione. Nel nostro paese non abbiamo una lega contro la vaccinazione e ogni padre pensa che la vaccinazione sia uno dei suoi primi doveri; per queste ragioni non potrebbe esistere alcun pregiudizio contro la vaccinazione nel fare queste statistiche. Potrei continuare a lungo a citare fatti simili, ma desidero richiamare la vostra attenzione solo sui due seguenti: durante i tre anni più terribili di epidemie che abbiamo avuto in Italia ultimamente (1887, 1888 e 1889) il tasso di mortalità per vaiolo tra la nostra gente della stessa età dei soldati (venti, ventuno e ventidue anni) è stato di 21 su 100.000, ed è stato di 27,7 durante l’anno peggiore (1888). Nel nostro esercito lo stesso tasso di mortalità durante nove anni (1867-’75) è stato di 20 su 100.000, ed è stato di 61,3 durante l’anno peggiore (1871). In conseguenza del fatto che i nostri giovani sono obbligati a trascorrere tre anni nell’esercito, accade che dopo l’età di vent’anni gli uomini sono di gran lunga meglio vaccinati delle donne e, se la vaccinazione prevenisse, dopo l’età di vent’anni il vaiolo ucciderebbe meno uomini che donne. Ma in realtà è accaduto esattamente il contrario. Riporto qui le statistiche dei tre anni 1887, 1888 e 1889 come quelli delle più grandi epidemie, ma tutti gli altri anni danno gli stessi risultati:

Dopo questi fatti, vorrei chiedere con il massimo rispetto al dottor Joseph M. Mathews se può dimostrare che nel considerarli ho perso la testa. In ogni caso, non ritengo corretto che un medico faccia uso di tale linguaggio contro altri medici, per quanto pochi, che hanno l’unica colpa di considerare i fatti come sono, e non come si vorrebbe che fossero.

Il progresso della conoscenza ha come base principale la verità e la libertà, e spero che in nome della verità e della libertà pubblicherete queste osservazioni, mal espresse in un linguaggio che non è il mio, nella vostra rivista più stimata.

 

Originale inglese:

Dissolving Illusions
Vaccination in Italy (June 21, 1899)
1
Charles Ruata, M. D., Professor of Hygiene and of Materia Medica in the University of Perugia, “Vaccination in Italy”, The New York Medical Journal, July 22 1899, pp. 188-189

To the Editor of the New York Medical Journal:
SIR: In his presidential address to the American Medical Association, Dr. Joseph M. Mathews had the goodness to call mad people, misguided people those who have no the good luck to be among the believers in the preventative power of vaccination against small-pox. It is not surprising to hear such language from fanatics; in fact it is most common to see ignorant men make use of similar vulgar expressions; but it seems to me almost incredible that the president of such a powerful association as the American Medical Association in his address showed himself so enthusiastic in his belief as to forget that respect which is due to his colleagues who do not have the same blind faith.
It may be that we antivaccinationists are “mad” and “misguided”, but I feel that we are far more correct in our expressions, although we do not believe, but are quite sure, that vaccination is one of the most wonderful and most harmful mistakes into which the medical profession has ever fallen. I can assure you that if I am a madman, my madness is very contagious, because all my pupils for several years have become as mad as I am, so that several thousands of medical men in Italy are suffering now with the same kind of madness.
One of the most prominent characteristics of madness is shown in illusions and hallucinations which are accepted as fundamental truths. Now, let us see what are the main facts about vaccination and small-pox in Italy:
Italy is one of the best vaccinated countries in the world, if not the best of all, and we can prove that
mathematically.
All our young men, with not many exceptions, at the age of twenty years must spend three years in the army, where a regulation prescribes that they must be directly vaccinated. The official statistics of our army, published yearly, say that from 1885 to 1897 the recruits who were found never to have been vaccinated before were less than 1.5 per cent., the largest number being 2.1 per cent. In 1893, and the smallest 0.9 per cent. in 1892. This means in the clearest way, that our nation twenty years before 1885 was yet vaccinated in the proportion of 98.5 per cent. Notwithstanding, the epidemics that we have had of small-pox have been something so frightful that nothing could equal them before the invention of vaccination. To say that during the year 1887 we had 16,249 deaths from small-pox, 18,110 in the year 1888, and 13,413 in 1889 (our population is 30,000,000) is too little to give a faint idea of the ravages produced by small-pox, as these 18,110 deaths in 1888, etc., did not happen in the best educated regions of our country, but only in the most ignorant parts, where our population live just as they lived a century ago
– that is, the mountainous parts of Sardinia, Sicily, Calabria, etc. Among the great number of little epidemics which produced the 18,110 deaths mentioned, I will only note the following: Badolato, with a population of 3,800, had 1,200 cases of small-pox; Guardavalle had 2,300 cases with a population of 3,500; St. Caterina del Jonio had 1,200 cases (population 2,700); Capistrano had 450 cases (population 2,500). All these villages are in Calabria. In Sardinia the little village of Laerru had 150 cases of small-pox in one month (population, 800); Perfugas, too, in one month had 541 cases (population, 1,400); Ottana had 79 deaths from small-pox (population, 1,000), and the deaths were 51 at Lei (population, 414). In Sicily 440 deaths were registered at Noto (population, 18,100), 200 at Ferla (population, 4,500), 570 at Sortino (population, 9,000), 135 at San Cono (population, 1,600), and 2,100 deaths at Vittoria (population, 2,600)! Can you cite anything worse before the invention of vaccination? And, the population of these villages is perfectly vaccinated, as I have proved already, not only, but I obtained from the local authorities a declaration that vaccination has been performed twice a year in the most satisfactory manner for many years past.
Vaccinationists were not puzzled by these facts, and with the greatest certainty they asserted that this enormous number of deaths was due to want of revaccination. Happily, in Italy we are able to prove that revaccination has not the least preventative power. I only give a few figures: During the sixteen years 1882-’97 our army had 1,273 cases of small-pox, with 31 deaths; 692 cases, with 17 deaths, happened in soldiers vaccinated with good result, and 581 cases, with 14 deaths, happened in soldiers vaccinated with bad result. This means that of a hundred cases of small-pox, fifty-four were in persons vaccinated with good result, and only forty-six in those vaccinated with bad result, and that the death-rate among those vaccinated with good results was 2.45 per cent. and only 2.40 per cent. in those vaccinated with bad result.
Vaccinationists say that when vaccination does not “take” the operation must be repeated, because no result means no protection given. Now, we see that soldiers not protected because vaccination did not “take” were less, attacked by small-pox than those duly protected by the good result of their revaccination; and that the death-rate in those vaccinated with good result was greater than among those in whom vaccination did not “take”.
Our vaccinationists did not lose their extraordinary courage before these facts, and they objected that they could be accounted for by considering that during the years before 1890 vaccination was not well performed. I can not understand this objection, but accepted it, and have limited my analysis to the last six years, during which the only lymph used in all our army has been animal lymph, exclusively furnished by the government institute for the production of animal lymph. The results are the following: The total number of our soldiers during these five years was 1,234,025, of which 783,605 were vaccinated with good result, and 450,420 with no result. In the first cases of small-pox were 153 – that is, 1.95 to very 10,000 soldiers, while in other the number of cases was only 45 – that is, 0.99 cases to every 10,000 soldiers. The “duly protected” soldiers were attacked by small-pox in a proportion double that among the “unprotected” soldiers.
As you see, these are official statements, extremely trustworthy, because the official statistics were made in a country where and at a time when no one thought that it was possible to raise a doubt against the dogma of vaccination. In our country we have no league against vaccination, and every father thinks that vaccination is one of his first duties; for these reasons no bias could exist against vaccination in making these statistics. I could continue for a long while to quote similar facts, but I wish to call your attention only to the two following ones: During the three most terrible years of epidemics that we have had in Italy lately (1887, 1888, and 1889) the death-rate from small-pox among our people of the same age as the soldiers (twenty, twenty-one, and twenty-two years) has been 21 per 100,000, and it was 27.7 during the worst year (1888). In our army the same death-rate during nine years (1867-’75) has been 20 per 100,000, and it was 61.3 during the worst year (1871).
In consequence of our young men being obliged to spend three years in the army, it happens that after the age of twenty years men are by far better vaccinated than women, and, if vaccination did prevent, after the age of twenty small-pox should kill fewer men than women. But in fact just the reverse has happened. I give here the statistics of the three years 1887, 1888, and 1889 as the ones of greatest epidemics, but all the other years give the same results:

After these facts I would most respectfully ask Dr. Joseph M. Mathews if he can show that in considering them I have lost my mind. At any rate, I do not consider it correct for a medical man to make use of such language against other medical men, however few, who have the only fault of considering facts as they are, and not as one wishes they should be.
The progress of knowledge has for its principal base truth and freedom, and I hope that in the name of truth and freedom you will publish these observations, badly expressed in a language that is not my own, in your most esteemed journal.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Logo Fronte di Liberazione Nazionale con Nicola Franzoni

Partito Politico Registrato: Fronte di Liberazione Nazionale | Sigla Registrata : FLN | Simbolo Registrato

sede legale: viale Colombo 10 Marina di Carrara

partito@frontediliberazionenazionale.it


©2022 Fronte di Liberazione Nazionale