Sotto accusa ci sono le immagini usate in alcune pubblicazioni scientifiche pubblicate tra il 2018 e il 2022 che vedono il ministro Schillaci tra gli autori mentre lavorava presso la facoltà di Medicina dell’Università di Roma Tor Vergata. Analizzate con un software per rilevare eventuali ritocchi o duplicazioni, le immagini hanno mostrato evidenti anomalie, come attribuzioni erronee e duplicazioni da studi precedenti: “Potrebbe essere trascuratezza nel tenere traccia delle immagini, o intenzionalità, perché le immagini si adattano sempre alla narrazione [dell’articolo]”, ha commentato su Science l’esperta biologa olandese Bik.
Come ha ricordato Il Fatto Quotidiano, Schillaci ha oltre 400 pubblicazioni all’attivo e la frequenza degli articoli scientifici che portano la sua firma è aumentata da quando è stato eletto rettore e poi nominato ministro. Secondo i dati di Scopus, sono ben 148 dal 2019 a giugno, uno ogni 11 giorni. La stessa rivista Science sottolinea che Schillaci ha continuato a pubblicare anche dopo la nomina a ministro della Sanità nel 2022. Secondo Mike Rossner, presidente della società di consulenza Image Data Integrity, le duplicazioni potrebbero essere state involontarie: “È possibile – aggiunge su Science – che l’autore abbia semplicemente preso il file sbagliato“. Ma anche se si tratta di errori semplici, spiega Byrne, “quando un gruppo sembra commettere tali errori ripetutamente, ciò potrebbe indicare che i loro processi di gestione dei dati potrebbero essere difettosi“.
Inoltre, il Manifesto in edicola oggi solleva un altro caso: gli studi che contengono immagini probabilmente modificate o riciclate sono stati pubblicati su riviste meno prestigiose o perfino “predatorie“, ovvero quelle che effettuano pochi o nessun controllo sulla validità degli articoli ma pubblicano le ricerche dietro pagamento da parte degli autori. Il caso più emblematico riguarda una delle pubblicazioni – con presunte immagini tarocche – firmata da Schillaci addirittura come “corresponding author“, ovvero l’autore che ha il compito di presentare all’esterno la ricerca e che è responsabile dell’integrità del contenuto. Questo studio è stato pubblicato su Cancer Research and Reports, rivista che conta all’attivo un solo numero (mai pubblicato) con soli altri 4 articoli oltre a quello firmato dal ministro.
Andrea Crisanti, professore di Microbiologia e senatore del Pd, ha detto al Fatto Quotidiano: “Se le cose sono andate così è molto grave, dovrebbe aprire un’indagine il Consiglio universitario nazionale”. Crisanti dopo la sua elezioni a Palazzo Madama si è dimesso dall’università di Padova “nonostante fossi titolare di finanziamenti importanti, che ho ceduto ad altri colleghi”, ricorda oggi a Il Manifesto. E sulla vicenda che riguarda Crisanti aggiunge: “Queste ricerche vengono svolte con soldi pubblici, cioè di tutti noi, e siamo responsabili della loro correttezza. Sono i valori fondanti della comunità scientifica. Nei paesi anglosassoni o in Germania per queste cose si perde la reputazione“. Praticamente una richiesta di dimissioni: “Dovrebbe essere lui (Schillaci, ndr) per primo a prenderne atto e anticipare le conclusioni. Come ha fatto il rettore di Stanford”. Ovvero Mark Tessier-Lavigne, che si è dimesso due mesi fa in seguito alle accuse di aver firmato ricerche truccate proprio perché contenevano immagini riciclate.
Dall’opposizione però l’unica ad agitarsi è l’Alleanza Verdi e Sinistra. Per primo è stato Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, a chiedere chiarezza: “Se tutto ciò che viene pubblicato è vero – ha detto il parlamentare – e non abbiamo dubbi sulla serietà di quanto scritto, è un altro colpo alla credibilità di questo esecutivo. Il ministro Schillaci venga in Parlamento e diradi tutte le ombre”. “Si faccia un’operazione di trasparenza per rispetto dell’opinione pubblica – conclude Fratoianni – e dei tanti ricercatori italiani, così bistrattati nel nostro Paese quanto capaci e preparati”. Ancora più duro il co-portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli: “Le giustificazioni del Ministro Schillaci sono a dir poco ridicole. Stiamo parlando di un ministro della Salute che ha firmato centinaia di articoli scientifici e che ora si nasconde dietro la scusa di non essere ‘esperto di microscopia elettronica’. Onestamente, questo è un comportamento inaccettabile per chiunque abbia una posizione di potere e responsabilità, specialmente in un settore cruciale come la salute pubblica”. Bonelli poi ha ricordato: “Nel mondo ci si dimette di fronte a fatti di questo genere, in Italia no. E il ministro Schillaci continua a ignorare il grave problema che lo riguarda”.