I leader mondiali hanno firmato una nuova “Dichiarazione di Cascais” delle Nazioni Unite, che considera reato la diffusione online di contenuti non tradizionali.
Naturalnews.com riporta: Guterres ha accusato “piattaforme digitali e intelligenza artificiale incontrollate” di aver permesso “all’incitamento all’odio di proliferare come mai prima”. Ha anche denunciato “disinformazione e deepfake” nello stesso contesto.
Il segretario generale ha espresso il suo desiderio che Big Tech, inserzionisti e media mainstream, insieme ad alcuni governi e organizzazioni come l’ONU stessa, raddoppino gli sforzi sulla censura online. Tra l’altro, questi ultimi sono tra i più gravi trasgressori in questo ambito.
Guterres ha anche promosso un’iniziativa di censura sostenuta dall’ONU durante il forum di tre giorni nel suo paese d’origine, il Portogallo. Secondo i critici, questa iniziativa introduce la censura algoritmica e la demonetizzazione nell’ambito di “anti-disinformazione e incitamento all’odio” in base ai Principi globali per l’integrità delle informazioni dell’ONU. Ha sostenuto che queste raccomandazioni consentono “un ecosistema informativo più umano”.
La dichiarazione di Cascais apre le porte a più CENSURA
I leader di governo hanno adottato all’unanimità la Dichiarazione di Cascais, con molti di loro “allarmati” dalla diffusione globale di “disinformazione, cattiva informazione e incitamento all’odio” sia online che offline. Il documento li obbliga a combatterli rafforzando “l’integrità delle informazioni”. Tuttavia, la dichiarazione non definisce nessuno di questi termini e non stabilisce alcun metodo per combatterli.
“Dobbiamo [frenare] i discorsi d’odio e la disinformazione che si diffondono online. Le frenesie piene d’odio stanno perpetuando stereotipi e idee sbagliate”, ha detto Guterres ai partecipanti al forum dell’UNAOC. Ha continuato dicendo che la disinformazione e le “bugie palesi” stanno “alimentando un ripugnante antisemitismo, un bigottismo anti-musulmano e attacchi alle comunità cristiane minoritarie”.
“Le piattaforme digitali non controllate e l’intelligenza artificiale (IA) hanno dotato l’incitamento all’odio di una velocità e di una portata mai viste prima, [e] molte volte portano alla violenza. Con la proliferazione dei deepfake, l’impossibile e il non verificato diventano credibili in un istante.”
Le richieste di censura sono accomunate dal riconoscimento della “diplomazia sportiva come strumento per promuovere il dialogo”, dal sostegno alle donne come “negoziatrici, mediatrici e operatrici di pace” e dalla protezione dei luoghi religiosi, nonché dal “potenziale utilizzo dell’intelligenza artificiale come strumento per promuovere il dialogo interculturale e interreligioso”.